Storia

SAN GIOVANNI BATTISTA DEI CAMALDOLESI

BORGO SAN GIOVANNI

Chiesa Parrocchiale

Chiesa e monastero dei Camaldolesi vennero edificati net 1321-1322 alla periferia sud di Chioggia, nella zona incolta che collegava – attraverso la cosiddetta Cal-mazzor ossia Calle Maggiore – la Città con il dosso meridionale di Marina (divenuto nel ‘500 luogo dell’apparizione). L’iniziativa della costruzione partì dai monaci di San Mattia di Murano.

Se non che, rovinato il convento e distrutta la chiesa di San Giovanni durante la Guerra tra Genovesi e Veneziani (1378-1381), i monaci passarono nell’ospedale di S. Croce a Nord della Citta, per rientrare poi nella loro sede – alla fine del 1382 – e riprendere così la vita nel consueto romitorio di San Giovanni, restaurato. Più tardi altri soldati, di ritorno dalla Battaglia di Lepanto (1571), segnarono questo lembo di terra con atti di devastazione.

Per contrazione di vocazioni e forse anche per infezioni malariche, Camaldolesi si ritirarono da Chioggia nel 1614, mentre la loro chiesa continuava a essere officiata da sacerdoti secolari incaricati dalla Curia, con l’obbligo di un canone annuo da versare al monastero di Murano.

Purtroppo all’abolizione del nostro monastero – sancito dalla legge della Serenissima 9 settembre 1768 – seguirono le confiscate napoleoniche. Furono quindi demoliti il monastero e la chiesa, e nello spazio rimasto ibero si ricavò il recinto per il cimitero fuori Città, che fù benedetto dal vescovo Peruzzi nel 1816 e venne ampliato nel 1896 col recupero di un ampio lembo della ‘sacca’.

Chiesa del Cimitero

Dalle trasformazioni avvenute in questo spazio – ora dei morti sembra essersi salvata la pala del Battesimo di Gesù (1600) – dove primeggia la figura di S. Giovanni Battista – attualmente sul primo altare destro della chiesa di Santa Caterina. Di un dipinto più antico, del 1370, raffigurante La Vergine tra i Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Bartolomeo apostolo, solo il ricordo in un testamento.

A richiamare il monastero attualmente è rimasto un cimitero, a richiamare l’antica chiesa non è bastata la chiesetta del cimitero, costruita nel 1930-35 su disegno dell’arch. Mario Panajotti, da cinque lustri e sorta più a sud un’altra chiesa, più spaziosa, perché lo sviluppo urbanistico di Chioggia si e espanso fuori Città, nella zona di meridione: e la chiesa attuale, edificata tra il 1983 e il 1990 nel cuore del quartiere, divenuto nel frattempo una cittadella con scuole, servizio postale, istallazioni sportive.

A.Vicentino,
Battesimo di Gesù: 1600

Per questa chiesa Walter Pregnolato ha dipinto a olio nel 1989 L’ultima venuta del Signore, una grande tela in due comparti, appesa in contro facciata. Nel comparto maggiore è raffigurato l’arrivo del Signore su un bragozzo. Il barcone di Pietro, che regge al centro il Cristo in Croce, avanza su uno sfondo tempestoso, illuminato da una luce surreale, nel contempo l’angelo dell’apocalisse dal basso suona la tromba, quasi a dare inizio alla grande sfilata dell’umanità.

La Vergine Madre, affranta, e avvinghiata ai fianchi del Figlio nel gesto dell’intercessione; mentre da una parte e dall’altra sono raffigurati l’apostolo Pietro e Giovanni Battista, i quali rendono testimonianza rispettivamente al “Figlio del Dio vivente” e all”‘Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Il comparto minore accentua la realtà provinciale di Chioggia: la briccola, la vera da pozzo, il gonfalone della Città, e inoltre – su uno sfondo di vele – la gente protesa a donate i tutti della terra e del mare.

Fonte Battesimale su capitello di marmo greco del VI secolo

Una concezione grandiosa che oltretutto salda insieme le due più care devozioni cittadine: la devozione al ‘Cristo’ e quella alla ‘Madonna della Navicella’. Si ha l’impressione che il Cristo – adagiato sulle ginocchia della Madre nella raffigurazione tradizionale della ‘Pieta’ – Si sia improvvisamente levato sul legno della Croce, per dire la parola conclusiva sulla storia dell’umanità. E quegli occhi spalancati abbinano alla dilatazione dell’orbita la caratteristica fissità dell’icona. Uno sguardo trafiggente.

Singolari in questa chiesa anche la Via Crucis in sequenza continua, l’antica base del fonte battesimale e l’altar maggiore la Cui mensa poggia su assi sagomate a scheletro di bara, quasi a siglare la convergenza tra il sacrificio di Cristo e il sacrificio della gente di mare. ­­

W.Pregnolato, L’ultima venuta del Signore: 1989

 

Fonte: Libro Chiese Storiche di Chioggia – don Giuliano Marangon